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Venerdì 23 febbraio 2024 si è svolta a Milano la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario presso il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, alla presenza delle massime autorità e istituzioni.

Di seguito pubblichiamo uno stralcio del discorso tenuto dal Presidente di Solom, avvocato Joseph Brigandì.


«… in un contesto storico e sociale tuttora altamente problematico, che ci esorta tutti a elaborare e proporre soluzioni, preferisco muovere dalla crisi sistemica di questo nostro complesso presente e coglierne l’occasione di crescita, tramite una riflessione fatalmente rivolta al domani e al futuro.

Già attualmente siamo davanti ad un impetuoso, incessante e soprattutto inarrestabile sviluppo tecnologico, di cui non possiamo restare passivi e diffidenti testimoni.

Ancorché l’intelligenza artificiale abbia una data di nascita precisa e molto risalente (1956), solo di recente le sue potenzialità si sono imposte con evidenza, avviando un dibattito che, anche a livello giuridico, ha subito raggiunto le soglie di una preoccupata attenzione, che tuttavia ci impone di acquisire un elevato grado di responsabile ed accurata consapevolezza.

È indubbio che siamo alle porte di una già avviata e profonda rivoluzione che, nostro malgrado, inciderà tangibilmente nelle nostre vite a tutti livelli, ponendo sfide e questioni non solo inedite, ma anche e soprattutto difficilmente regolabili mediante norme che rischiano fatalmente di nascere già vecchie.

L’enorme flusso di investimenti necessari per implementare modelli ancora più potenti ed evoluti pone già ora il tema del rapporto tra pubblici poteri e soggetti privati detentori di privative, i cui sistemi di accountability vengono a costituire veri e propri ordinamenti nell’Ordinamento, rispetto ai quali la Giustizia amministrativa in primis rischia di vedere ridimensionata la propria effettiva efficacia.

Ancora, l’ineliminabile e crescente asimmetria informativa alimentata dalla diffusione delle tecnologie minaccia di tramutare la digitalizzazione in un potente strumento di discriminazione tra i cittadini utenti, mentre la robotizzazione dei processi, anche giurisdizionali, se pure è suscettibile di favorire la prevedibilità delle decisioni, nell’ottica di una maggior certezza del diritto, pone indubbiamente la questione, antropologica, dell’idoneità della macchina a sostituirsi all’uomo e, quindi, anche al Giudice.

Non credo sia un caso che proprio il diritto amministrativo, come già avvenuto nel caso della positivizzazione del principio di chiarezza e sinteticità degli atti e dei provvedimenti, abbia nuovamente colto per primo il rischio e, insieme, l’opportunità di approntare una prima embrionale disciplina del fenomeno, di cui troviamo esempio nell’art. 30 del nuovo Codice dei Contratti.

Insomma, la rivoluzione in atto è innanzitutto e soprattutto culturale ed impone a noi studiosi e operatori del diritto, in specie di un diritto che non è mai sovrastruttura e che si occupa dei rapporti con il potere, di essere protagonisti attivi ed avveduti di un cambiamento che non possiamo evitare, ma che dobbiamo comprendere e orientare, nel superiore interesse di tutti.

La sfida che si profila è epocale e non può essere non giocata, nè persa.

Accanto ai rischi, innegabili, si accompagnano enormi opportunità, da cogliere e rivolgere in specie a vantaggio delle più giovani generazioni, rispetto alle quali ci appesantisce più di un debito, in nome di una sostenibilità effettiva che per lungo tempo non ha mai costituito un reale driver delle nostre scelte.

L’IA, anche per il fatto di essere una tecnologia altamente energivora e impattante, ci dà la possibilità di occuparci realmente anche di questa tematica, declinabile sul piano dell’allocazione delle risorse sempre più limitate, del responsabile governo del territorio e della transizione energetica.

Tutte tematiche concrete, che frequentiamo quotidianamente, di cui avremo senz’altro modo di discutere insieme, anche nell’ambito del Tavolo Tar e, non ultimo, in occasione degli importanti eventi congressuali che ci accingiamo ad organizzare nei prossimi mesi.

Con la consapevolezza di una seria assunzione di responsabilità e con questo impegno, auguro a tutti buon lavoro e buon anno giudiziario.»